SACRAMENTO DELL'ORDINE

Il ministero apostolico dei pastori viene esercitato nei tre diversi gradi dei VESCOVI, dei PRESBITERI e dei DIACONI. L’inserimento in questa gerarchia avviene non con una semplice investitura giuridica, ma con il sacramento dell’ordine.
Il rito, semplice e solenne, è costituito dal gesto di imposizione delle mani e dalla preghiera di ordinazione. Ha le sue radici nella tradizione ebraica: Mosè impose le mani a Giosuè, per farlo capo del popolo al suo posto; e all’epoca delle origini cristiane si imponevano le mani ai “rabbì” e ai capi delle comunità giudaiche della Palestina e della diaspora, per affidare l’incarico di trasmettere la legge mosaica e di guidare il popolo. Introdotto nella Chiesa, questo gesto viene a significare la trasmissione dell’ufficio di pastore con un dono particolare dello Spirito Santo, un carisma stabile, come fuoco che rimane sempre acceso e bisogna ravvivare: «Ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza» (2Tm 1,6-7).

Per questo dono, Cristo è presente nei suoi inviati e continua a incontrare gli uomini, a istruirli, santificarli e guidarli: «Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato» (Gv 13,20), dice il Signore. La missione dei discepoli prolunga quella che Cristo ha ricevuto dal Padre e comporta anch’essa la presenza di colui che invia in chi è inviato, non una semplice delega di autorità. Non un intermediario per sostituire un assente, ma un segno visibile del Signore presente, per facilitare l’incontro diretto con lui.

La dottrina della Chiesa precisa che attraverso l’ordinazione, conferita dal vescovo, viene trasmesso lo Spirito Santo ed impresso il carattere; perciò chi è diventato sacerdote non può ritornare laico. Il carattere proprio di questo sacramento configura a Cristo capo della Chiesa, in modo da poter agire in suo nome nell’insegnare, nel santificare, nel governare. Per questo il sacerdozio ministeriale differisce essenzialmente, non solo di grado, da quello comune dei fedeli; è al servizio di esso, lo genera e lo nutre con la Parola e con i sacramenti, specialmente con l’eucaristia. Viceversa differiscono di grado tra loro i tre ordini gerarchici. «Con la consacrazione episcopale viene conferita la pienezza del sacramento dell’ordine», cioè «la totalità del sacro ministero». I presbìteri sono consacrati come collaboratori qualificati del vescovo nella guida della comunità cristiana; il legame che li unisce a lui è sacramentale e non semplicemente giuridico. I diaconi sono ordinati come collaboratori del vescovo per animare il servizio della Parola, dell’eucaristia e della carità in armonia con i presbìteri; non presiedono la celebrazione del sacrificio eucaristico e perciò non sono mai chiamati sacerdoti.


(dal Catechismo degli Adulti)

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